Quando un titolare decide di avvalersi di un affiancamento esterno per risolvere un problema aziendale, le reazioni del team interno possono variare notevolmente. Questa scelta, spesso vista come un’invasione, può generare sentimenti di insicurezza, resistenza e, in alcuni casi, ostilità.
Tuttavia, se gestita correttamente, può trasformarsi in un’opportunità per la crescita e il miglioramento dell’intera organizzazione.
Nella mia esperienza di affiancatore aziendale, ho spesso riscontrato una vasta gamma di reazioni quando un titolare decide di chiamarmi affinché possa utilizzare per lui i miei servizi. Queste dinamiche, variegate e complesse, sono inevitabilmente influenzate da numerosi fattori interni ed esterni all’organizzazione. Tuttavia, una costante che emerge sempre è una certa iniziale resistenza del team interno. Per come la vedo io, l’affiancatore viene visto come la testimonianza di un “fallimento” del team interno. Cosa che ovviamente, non è. L’affiancamento aziendale è solo uno dei tanti strumenti di cui un’impresa può avvalersi, come un qualsiasi fornitore, software o corso di formazione.
Quel che è certo è che se affrontata con i giusti accorgimenti, questa resistenza può essere trasformata in una preziosa opportunità di crescita e miglioramento. Analizziamo quindi nel dettaglio questa dinamica.
La reazione negativa iniziale
La prima reazione del team interno all’arrivo di un consulente esterno tende ad essere negativa. Questa reazione è spesso dovuta a vari fattori psicologici e culturali. In primo luogo, i dipendenti possono sentirsi minacciati nella loro posizione e competenza. L’idea che qualcuno esterno debba venire a risolvere un problema può essere percepita come una critica implicita alla loro capacità di gestire le sfide interne. Questo sentimento è particolarmente forte in aziende dove il valore del lavoro individuale è fortemente legato all’identità professionale dei dipendenti.
Inoltre, l’affiancamento esterno può essere visto come un segno di sfiducia da parte della dirigenza. Se non viene comunicato chiaramente il motivo dell’intervento, il team può interpretarlo come una mancanza di fiducia nelle proprie capacità. Questa percezione può creare un ambiente di lavoro teso e aumentare la resistenza ai cambiamenti proposti dal consulente.
Le variabili che influenzano la reazione del team
La reazione del team interno all’affiancamento esterno non è univoca e può variare in base a diverse variabili. Tra queste, una delle più importanti è la cultura aziendale preesistente. In un’organizzazione con una cultura aperta e collaborativa, dove il cambiamento è visto come una componente naturale del miglioramento continuo, l’introduzione di un consulente esterno può essere accolta in modo più positivo. Al contrario, in un’azienda con una cultura rigida e gerarchica, l’affiancamento esterno può essere percepito come una minaccia all’ordine stabilito.
Anche il modo in cui viene comunicato l’arrivo del consulente gioca un ruolo importante. Se il titolare introduce il consulente come un partner che viene a supportare e migliorare il lavoro del team, piuttosto che come un ispettore che deve trovare e correggere errori, la reazione del team sarà probabilmente più positiva. La trasparenza nella comunicazione, chiarendo gli obiettivi dell’intervento e i benefici attesi, può ridurre significativamente la resistenza iniziale.
Gli accorgimenti per un affiancamento di successo
Per trasformare una potenziale resistenza in una collaborazione produttiva, ci sono alcuni accorgimenti che possono essere adottati. Innanzitutto, è fondamentale coinvolgere il team interno fin dalle prime fasi del processo di affiancamento. Questo coinvolgimento non solo aiuta a mitigare la sensazione di invasione, ma consente anche di raccogliere preziosi input dai dipendenti, che possono contribuire a una diagnosi più accurata dei problemi e alla formulazione di soluzioni più efficaci.
Un altro accorgimento utile è quello di scegliere un consulente che non solo abbia competenze tecniche adeguate, ma anche eccellenti capacità relazionali. Un consulente capace di costruire rapidamente un rapporto di fiducia con il team interno avrà maggiori possibilità di successo. Questo rapporto di fiducia può essere facilitato da un approccio empatico e rispettoso, che riconosca e valorizzi le competenze e le esperienze dei dipendenti.
Inoltre, è importante stabilire fin dall’inizio aspettative chiare e realistiche. Definire obiettivi concreti e misurabili aiuta a mantenere il focus e a valutare l’efficacia dell’intervento. Questo processo di definizione degli obiettivi dovrebbe essere partecipativo, coinvolgendo il team interno per garantire che gli obiettivi siano rilevanti e condivisi.
L’impatto positivo dell’affiancamento aziendale
Se gestito correttamente, l’affiancamento esterno può avere un impatto molto positivo sull’azienda. Oltre a risolvere il problema specifico per cui è stato chiamato, il consulente può introdurre nuove competenze e prospettive che arricchiscono il bagaglio del team interno. Questo scambio di conoscenze può stimolare l’innovazione e migliorare l’efficienza operativa.
L’affiancamento esterno può anche contribuire a rafforzare la cultura aziendale, promuovendo valori come la collaborazione, l’apprendimento continuo e l’apertura al cambiamento. Questi valori sono fondamentali per creare un ambiente di lavoro dinamico e resiliente, capace di adattarsi rapidamente alle sfide del mercato.
Mi è capitato spessissimo di avere l’opportunità di supportare un’azienda in un determinato processo di cambiamento, affiancandola dal punto di vista operativo. Oltre ad essere quasi sempre un’esperienza positiva, la cosa più edificante è che nella maggior parte dei casi le procedure stabilite, le esperienze sviluppate, hanno costituito un bagaglio utile all’azienda nel lungo termine. Anche per problematiche molto diverse da quelle per cui ero stato chiamato.
Il vero valore dell’affiancamento aziendale
In sostanza l’affiancamento aziendale, sebbene possa inizialmente essere percepito come una minaccia dal team interno, rappresenta un’opportunità preziosa per il miglioramento e la crescita. La chiave del successo risiede nella gestione attenta del processo, dalla comunicazione trasparente e coinvolgente all’adozione di un approccio collaborativo e rispettoso. Con gli accorgimenti giusti, l’intervento di un consulente esterno può trasformarsi in un catalizzatore di cambiamento positivo, in grado di rafforzare le competenze interne e promuovere una cultura aziendale orientata al miglioramento continuo.
In definitiva, il vero valore dell’affiancamento aziendale risiede nella sua capacità di unire le forze interne ed esterne per affrontare le sfide con una prospettiva nuova e più ampia. Questo approccio integrato non solo risolve i problemi attuali, ma prepara l’azienda a future opportunità di crescita e innovazione.
L’affiancamento esterno può diventare una risorsa strategica, capace di guidare l’organizzazione verso nuovi traguardi di successo e sostenibilità, alimentando un ciclo virtuoso di miglioramento continuo e sviluppo professionale.